I privi della vista processano i numeri dove i vedenti processano le immagini

I privi della vista processano i numeri dove i vedenti processano le immagini

Condividi

Uno studio condotto alla John Hopkins University da Shipra Kanjlia sull’attività cerebrale di vedenti e non vedenti posti di fronte a problemi matematici, ha mostrato che questi ultimi si avvalevano per la soluzione di problemi matematici (numerical thinking) di una parte del cervello normalmente usata dai vedenti per processare le immagini (visual thinking).
La ricerca sembra contraddire l’idea della neurobiologia che il pensare matematico sia un processo “molto visuale”. Probabilmente lo è per alcuni individui e per altri no.
Albert Einstein, per esempio, descriveva il suo pensare matematico come in parte “visuale” e in parte “muscolare” in uno dei suoi famosi esempi di come seguire un protone in moto alla velocità della luce e Scott Blanks, matematico non-vedente dalla nascita, nonché direttore dei programmi Lighthouse for the blind and visually impaired, è la prova vivente che ci si può interfacciare ai problemi matematici in modo non visuale, non avendo chiaramente mai avuto alcuna esperienza o memoria visuale.

Vai all’articolo originale

Questa notizia è stata pubblicata sulla nostra newsletter del 30 maggio 2017. Se vuoi ricevere la nostra newsletter iscriviti qui!